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Relational Design Terza edizione: il racconto dei direttori dalle origini a oggi

Lucia Giuliano e Stefano Mirti, direttori scientifici di “Relational Design”, ripercorrono la storia del corso, dalle origini alla terza edizione.

È arrivato il 1° febbraio 2016 ed è partita la terza edizione di Relational Design.
È un momento per noi importante, di un percorso iniziato diversi anni fa.

Ringraziare tutte le persone che, a diverso titolo, hanno intersecato questo lungo viaggio sarebbe discretamente difficile perché sono molte, disseminate su un arco di tempo ormai molto lungo.

Stefano:
Era il 2011 quando venne lanciato il primo workshop / esperimento: un mix tra insegnamento on-line e off-line. Un workshop che era anche una serie di gruppi su Facebook e una grande festa durante il Salone del Mobile di Milano. Si chiamava “Design Royale” e il risultato ci convinse che la direzione era quella giusta. Se riguardiamo i “Royal Leaks” oggi, possiamo dire che era un percorso che iniziava più che bene…

Lucia:
Nello stesso periodo noi a Catania iniziavamo a lavorare al nostro neonato Dipartimento di Design di Abadir, che si preparava a trasformarsi da Accademia di Restauro a Scuola di Design.
Era un passaggio importante, difficile ma appropriato e necessario. Ed oggi possiamo dire che iniziare questo nuovo percorso aveva un senso. E poi nel 2012 conosciamo Stefano e IdLab e, sulla scia degli esperimenti precedenti fatti da Stefano, Abadir e IdLab avviano nuove avventure sul blended learning.

Stefano:
Nel 2012 lanciamo “Whoami”, ovvero un design game grazie al quale i partecipanti imparano e condividono una grande quantità di sapere. Nello stesso anno inizia il progetto “Ceramic Futures” (sviluppato per Confindustria Ceramiche). Con ogni nuova esperienza e progetto si aggiungevano nuovi tasselli e nuove parti a un processo che diventava via via più completo e interessante.

Nel 2013 si aggiungono nuovi workshop, format e progetti dove le forme tradizionali legate alla scuola (insegnamento in aula, workshop, lezioni e seminari) si incrociano ai format e alle dinamiche tipiche del web e dei social (gruppi su FB, Google Hangout, meccanismi di cosiddetta “gamification”, utilizzo diffuso di strumenti quali Instagram e Twitter). La galassia si allarga e si espande, i sistemi migliorano e si affinano. Poco per volta diventiamo più bravi e il raggio delle nostre attività si estende.

Senza contare che il 2013 è l’anno in cui inizia “Design 1o1”, il nostro primo MOOC per Iversity. Anche di questo si potrebbe scrivere molto, ma poiché’ questo testo introduce la terza edizione del Master “Relational Design”, concentriamoci su questo filone (dei MOOC parleremo una prossima volta).

Lucia:
Il 2013 è stato super denso. Mentre la scuola fisica lentamente prendeva forma, ad un’altra velocità vedevamo crescere la community virtuale che si aggregava intorno ai vari gruppi social e le varie attività di whoami. I workshop fisici tenuti nella sede di Abadir erano dei momenti magici in cui chi poteva viaggiare fino alla Sicilia si univa a noi per lavorare senza sosta durante il fine settimana. Dal typeface design, al diary per continuare con i giochi fatti con arduino e finire con una bella mostra/worskhop in Triennale a Milano.
Osservavamo, mese dopo mese, che i social media sono un mezzo fantastico per condividere conoscenza, idee, pensieri e per imparare nuove cose da insegnanti travestiti da game master.
Era un gioco serio. Era un modo diverso di fare scuola.

Stefano:
Nel 2014 lanciamo la prima edizione di “Relational Design”. Era solo due anni fa, ma sembra passato tantissimo tempo. Tutte le sperimentazioni ed energie precedenti confluiscono in questo master che oggi rappresenta la sintesi migliore di tutta l’energia messa in moto in questi anni. Arrivati qui, ci sembra di essere a un punto importante del nostro percorso. Un punto importante che però non è un punto di partenza (come scritto sopra si è partiti molti anni addietro) e neppure un punto di arrivo (di natura siamo ambiziosi e abbiamo diverse idee da implementare nei prossimi mesi e anni).

Se leggete queste brevi note, vuole dire che siete parte di questo viaggio (non importa se siete insegnanti, studenti, supporter e/o fan). E’ bello e speciale fare questo percorso assieme, senza l’energia e la passione di tutti non saremmo qui.

Lucia:
Niente da aggiungere, questo è decisamente un momento importante.

Vi aspettiamo dunque ad Abadir a Catania o presso IdLab a Milano in una delle prossime occasioni di incontro.

Grazie mille per la fiducia accordataci: si tratta indubitabilmente di un grande onere e di un grande onore.

Lucia Giuliano, Stefano Mirti
direttori scientifici di “Relational Design”

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