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Alessandro Carlaccini – Tanti stimoli da molte fonti diverse

La quinta intervista ai nostri studenti della seconda edizione del Master Relational Design appena concluso: Alessandro Carlaccini

Quinta intervista agli studenti della seconda edizione di Relational Design. Oggi scopriamo di più su Alessandro Carlaccini.

Ci racconti chi sei, di che cosa ti occupi? Qual è il tuo background?
Abito a Narni, in Umbria, e mi occupo di comunicazione e partecipazione in progetti legati alla cultura, al sociale e al commercio equo solidale. Ho attraversato diversi ambiti: progettazione culturale, produzione artistica, grafica, attività educative, performing art. Ho studiato Comunicazione a Roma e Perugia, Rappresentazione Audiovisiva Multimediale e Progettazione Culturale a Torino. Lavoro con associazioni e piccole realtà indipendenti.
Il progetto che mi appassiona di più tra quelli che seguo è www.iappa.it, una piattaforma di crowdlearning attraverso la quale chiunque può insegnare ed apprendere.
Sono un ottimista cronico, mi piace pensare che il cambiamento reale sia possibile. Cerco di progettare un mondo migliore giorno dopo giorno. 
Può sembrare idealistico, ma sono Capricorno: una persona concreta.

Cosa ti è piaciuto di più del Master?
Il movimento, gli stimoli multiformi, le persone. Per movimento intendo la dinamicità sia fisica che intellettuale: ci si sposta ogni mese, si conoscono realtà diverse, si affrontano materie “mobili” in continuo mutamento.
Gli stimoli  sono tanti e arrivano da molte fonti diverse: dai docenti, dagli incontri, dalla piattaforma online.
Le persone: gli insegnanti, l’organizzazione, i colleghi: universi bellissimi, aperti, pieni di colori e forme strane.

Perché iscriversi al master Relational Design?
Per avere la possibilità di confrontarsi con docenti e professionisti di alto livello.
Per ampliare lo sguardo.
Per mettersi in discussione.
Per sperimentare la collaborazione e raccogliere strumenti di progettazione innovativi.

Per me il Master Relational Design è….
E’ circa un anno che voglio rispondere a questa domanda, mi preparo, ma non sono mai pronto.
Forse Relational Design è proprio questo: prepararsi, cercare una definizione, aggiustare il tiro, reagire agli stimoli, ricercare in profondità, provare diversi punti di vista, essere pronti alla ridefinizione, al cambiamento.

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